Si era accennato all’utopia di avere almeno uno tra Dimitrov e Tsistipas in finale, qui. Come da copione, perfetto, sono usciti tutti e due il giorno dopo. Lo sapevo, da almeno 2 anni e 1/2 dico che il rovescio a una mano è fuori dalla storia attuale. Per casi fortuiti, può succedere che qualcuno a mono impugno vinca ancora uno Slam, ma è durissima. La mia speranza di avere uno dei due in finale (a prima vista poteva essere non del tutto campata in aria – Tsitsipas era già arrivato in finale l’anno scorso e Dimitrov stava giocando bene, era tirato a lucido anche atleticamente), era chiaramente una provocazione. Avevo accennato mesi fa che il tennis di Musetti – che è comunque un fenomeno tecnico-, era anacronistico e fuori dalla storia. Si intende, per vincere qualcosa ad alti livelli, nei Major. Non c’entra neppure la storia di emulare Federer, fare due passi avanti o giocare lo slice velenoso e altre amenità. Federer giocava altro sport. Era versatile nel poter cambiare anche oltre i 30 anni e questo fa parte del talento fuori quadro. Molti di questi possono limare il gioco, ma non stravolgerlo a fini tattici. Perché il gioco, rimane correlato anche alla parte destra del corpo. Alla potenza di fuoco da quella parte e al servizio. Va anche riprogrammato il subconscio e alcuni sanno di cosa parlo. Federer lo ha stravolto perché ne aveva le capacità tecniche. E’ una questione anche di epoche, diverse. I giovani tennisti di oggi, tendono a mettersi meno in discussione rispetto ai Federer o ai Nadal. Tsitsipas è il protetto del padre; alcuni dicono che bisogna arrendersi a se stessi. Lui si è arreso al padre! Altri hanno il vizietto di pensare di essere già arrivati. Un po’ è così. Si dà la colpa a un sacco di eventi esterni, ma meno al fatto di non riuscire a uscire dalla comfort zone. Sinner è il più forte di tutti in questo, ma la mentalità sfuma verso altri lidi. Ognuno ha la sua storia. Importante sarebbe capire le cose in tempo, per sfruttare al massimo talenti immanenti.
Prendiamo ora la partita di Dimitrov con Borges: siamo sul 76 44 a favore del bulgaro. Lì, scatta un break sanguinoso e inizia la discesa agli inferi per Grigor. Perde il secondo e perde il terzo. Mi interessa analizzare linguaggio del corpo e la fatica che fa il bulgaro a stare lì e soffrire (viene da piangere – qualcuno ha quasi pianto, tra gli amici!😊), a giocare con questo continuo ping-pong dissonante e stordente, dalla parte destra. Le palle mezze sgonfie, di quale deriva? Ma anche col dritto, Grigor, spara lungo a più riprese. Piange dentro, sa già – quasi -come finirà. Piangono le sinapsi di Dimitrov. Dimitrov esce dal match, pare una disfatta neuronale, totalmente bollito; qui, ora, possiamo fare qualche ipotesi particolare. Roba antro-psico-filosofica. Trascendente. 😊Due amici che mi leggono, mi han chiesto di buttare giù due righe su Federer in una chiave particolare. Eccoci qui.
Queste ipotesi, mi sono venute alla mente, guardando qualche quinto set perso da Federer in carriera. Su questi quinti set si potrebbe fare analisi coi numeri. Ho un piccolo taccuino con qualche dato. Qualche mese fa ho chiamato l’Università di Milano dove ho studiato – il gestore dei sistemi informativi -, per vedere se potevo generare una VPN che mi permettesse di usare qualche software per processare dei dati – dal mio ufficio – ; qualche ‘minatore’ di sas. Ma, non avendo più attiva la mail campus.unimib.it, dovrei andare in Università come esterno (ora non ho il tempo materiale). Me lo facevano un tempo, ora non più. 😊
Così, per ora, mi sono limitato a leggere i dati e a guardare qualche match registrato e qualche cosa sul web, e mi è venuto in mente che nel caso di Federer (che ha perso ‘qualche’ quinto set), non è tanto la debolezza mentale, atletica o altre questioni che entrano in gioco – chiarendo la questione -, quanto il tipo di gioco che mette in campo (non avrebbe vinto così tanto se fossero problemi atletici o di debolezza mentale intrinseca). E qui torniamo al rovescio a una mano. Giocare quel tipo di colpo, soprattutto sul lungo, 3 su 5, o comunque giocare come giocano quelli che posseggono questo colpo, quindi molto piatto e quasi mai in percentuale – anche sul resto del repertorio -, fa disperdere energie preziose a livello mentale . Nel 3 su 5 ti prosciuga. La concentrazione che richiedono tipi di gioco come quelli di Dimitrov, Federer, Tsitsipas è molto grande. C’è una componente di energie che vanno disperse se si vuole giocare da circense. Giocare da circense, mentre il gioco si fa più veloce e i fisici diventano sempre più performanti e si tira sempre più forte. E così, quella piccola parte di giocatori che usano la mano staccata, sono da dna “ biologicamente” diversi. Attenzione, da quel lato del campo quando colpiscono è come se giocassero sempre con un piatto corde più piccolo degli altri. E così, diventa più complesso l’occhio sulla palla, la distanza dalla palla e la sua ricerca, il punto d’impatto e un sacco di altre cose (l’impugno, anche). Hanno un grande handicap rispetto agli altri. E’ come se nascessero con una “mano” sola. Questo tipo di giocatore, mediamente, mal sopporta anche i piccoli cambiamenti sul campo: vento, luce negli occhi e altre questioni. Alla mediana sono mal sopportate da chi è più “talentuoso”. Nella media. E così, per Dimitrov, l’altro giorno, si è vista la fatica di giocare su un campo un po’ incollato, con le palline che andavano a fatica. Probabile sia imploso. Anche Musetti si è lamentato. Non sono a giustificare questo tipo di impostazione, è sbagliata, ma fa parte di quel dominio di giocatori. Meno per Federer, che nel corso della carriera si è dato una raddrizzata dal punto di vista della lamentosità. Quasi subito. Ma nasce in modalità spacca-racchette, Federer. Ma, insomma, anche lui non è cambiato del tutto in alcuni aspetti di supponenza, che però teneva celati, non li vedevi. Rispetto agli altri della sua specie, era, però, un outlier. Nel gruppo ad Handicap, era outlier.
Non stiamo a soffermarci sul perché i 20 Slam di Federer vinti con quel tipo di gioco hanno un valore intrinseco maggiore rispetto a quelli di Djokovic o Nadal. Non ci interessa, ma ci interessa. Qui bisogna frullare parecchi dati (quando anche la carriera di Djokovic sarà finita) nel “minatore” e tirare fuori un po’ di succo, anche sulla mediana del valore degli avversari incontrati nelle varie micro-epoche e nei singoli Major. Ma non ci interessa per ora. Ad occhio nudo nemmeno si può paragonare la carriera dei 3, essendo che, i 6 anni di differenza di Federer (più vecchio dei 2) non permettono di traslare i 3 segmenti di vita tennistica e sovrapporli. Federer aveva già vinto 16 dei 20 Slam totali nel 2010, mentre Djokovic inizia a vincere il suo secondo Slam in Australia nel 2011 (Federer era già 30 enne). Un po’ diversa la storia con Nadal, nel senso che, in questo caso, la questione è più sovrapposta, ma Nadal inizia a vincere con una striscia di 4 Roland Garros consecutivi, quando Federer aveva già vinto 4 tornei Major. Inizia un po’ prima la “rivalità” tra i due, ma Federer continua a vincere Major fuori dalla terra, “interpolandoli” attorno a una retta rossocentrica del maiorchino. Nadal è rossocentrico, fuori dalla terra ha vinto molto poco (che peso specifico hanno – tecnicamente – 8 Wimbledon rispetto a 14 Slam su terra? Si possono pesare? Con l’analisi numerica, prendendo i partecipanti, gli avversari incontrati, la loro storia pregressa e alcune dinamiche si può cavare fuori del valore. Da una parte c’è l’atletismo, dall’altra il gioco del tennis tecnico e le differenti correlazioni con le superfici. Poi la tenuta nervosa. Che pesi diamo a queste tre cose? E Nadal, si dice non abbia giocato parecchi Slam perché infortunato. E si, però, qui l’infortunio è strettamente correlato alla sua modalità di gioco. Se giochi così, ti puoi far male. Poteva preservarsi di più attuando una programmazione diversa?). Quando si dice che Federer aveva pochi avversari, dal 3°-4° Slam in poi c’era Nadal. Fuori dalla terra, c’era comunque il più grande agonista di sempre, Nadal, e dei giocatori che sono più tosti a livello mentale, rispetto a quelli che, ad esempio, dal 2020 in poi, Djokovic ha incontrato nelle sue finali Slam. Negli ultimi 8 slam vinti Djokovic ha incontrato in finale: Thiem, 2 volte Tsitsipas, Kyrgios, Berrettini, Ruud e 2 volte Medvedev. Insomma, figli di un’epoca deboluccia in quanto a tenuta mentale, paure, problemi emotivi. Tirano però più forte e spesso senza senso e anche questo è aspetto da frullare. Perché porta i gangli nervosi a essere stimolati in maniera potente e diversa. Il timing diventa comunque aspetto rilevante, ma diverso. Il tempo di reazione diventa importante. Per lui -Djoko – che veniva da dietro, un gioco da ragazzi gestire i giovani. Bravo nel migliorare il servizio e la condizione atletica, altrimenti diventava più dura. Non togliamo nulla a Djokovic dal punto della gestione sua e dell’intelligenza tattica. Io l’ho definito Goat dei cervelli per primo.
Altra cosa più attinente al reale:
Bisogna che mi passino questa ulteriore osservazione, a proposito di alcuni punti che riportano la questione su aspetti più seri. Anche in chiave di definizione di vincenti etc… La camera iperbarica e la Wada che deroga rispetto ad alcuni paesi com’è? Li dove il serbo ha vinto più Slam è permessa. L’ha usata più volte in passato. Lo ha detto tranquillamente, Djokovic. Lui, nel rispetto delle regole lo poteva fare. Da noi, però, non è permesso. Aumenta l’ossigenazione nel sangue e il recupero da fatiche letali. Ma il problema è che, come al solito, ci sono finestre aperte che vengono usate da chi non si fa problemi a rischiare di danneggiare anche il fisico. E qui la questione va a scontrarsi con l’attenzione maniacale di Djokovic per il fisico. Stona in questo caso. Poi siccome gli interessi economici sono talmente tanti (sponsor, indotto , immaginario collettivo etc), lasciamo la possibilità di accedere tramite finestrelle a trattamenti. A caso, così. Il problema è della Wada. Non certo di Djokovic che usa un servizio legale in quel paese. Non chiamatela agenzia mondiale per la lotta a certe pratiche, ma chiamatela in altra maniera. La Wada fa una lotta al doping e come primo principio morale della sua carta fondativa scrive “per tutelare la salute”. Fa talmente ridere che si piange a bestia.
Tornando a noi. Si può usare il concetto di “utilità marginale” dell’ economia neo-classica sul valore, per fare un parallelo. A un certo punto del match che si allunga, non è più conveniente colpire il rovescio a una mano, diventa un sistema che provoca più danno che guadagno e non ti “viene più utile”. E allora cerchi altre strade peggiorando la situazione nel default neuronale.
Facciamo un riepilogo veloce dei tornei Major disputati dal 2003, anno in cui Federer inizia a vincere, fino a fine 2023. Sono 83 totali fino al 2023 compreso. Di questi 83, 25 li vincono giocatori che hanno il rovescio a una mano e 58 chi usa impugnare a due mani. 30% una mano vs 70 % due mani. Di quel 30% (25 tornei) l’80% li vince Federer(20). E’ lui il monopolista della “mano invisibile” nel nuovo millennio. Nella realtà, diffidate dai monopolisti predatori 😊Ma è “handicappato” rispetto a quel 70%. Ogni volta che si sposta per colpire con quel rovescio, deve concentrarsi molto, trovare il timing giusto a fatica, ed è come se giocasse col piatto corde della Dunlop in legno di Mc Enroe negli anni ‘80 e, invece, gli altri avessero un vantaggio competitivo su di lui, giocando a due mani col piatto più grande che permette più controllo. Di molto, di tanto. Solo alla luce di questo e senza dover fare ulteriori approfondimenti, possiamo dire che quei 20 Slam hanno valore intrinseco maggiore. Oltre. Possiamo dire che si possano paragonare la carriere di Nadal e Djokovic che hanno la stessa età e la stessa modalità di gioco (più talentuoso Djoko), ma dobbiamo per forza di cose lasciare fuori Federer da questa storia. Federer, sta già più in disparte rispetto alle polemiche per via di un carattere riservato e meno interessato a cose senza peso. Federer vi ha deliziato per 20 anni, alcuni non lo hanno capito, lo hanno demonizzato, per invidia, ideologia etc, ma non c’entra con nessuno. Gioca altro sport. Alla luce di queste considerazioni e di quelle su rovescio a una mano, di epoche traslate malamente, di differente peso specifico di alcuni valori, parlare di più vincenti o altro rispetto a quei tre va anche bene in termini assoluti, mixando segmenti di tempo diversi, ma con la lente di chi lascia spazio a interpretazioni che tengono conto di alcuni aspetti quantitativi su cui si può aprire una discussione più regolare. Perché se più vincente deve essere, allora lo sia – ad esempio – nella stessa epoca precisa e con gli stessi avversari, nello stesso segmento storico e anche con la stessa età. Possiamo quindi dire che Djokovic ha vinto qualche Slam in più rispetto a Federer e Nadal, ma che ci sono delle questioni che si possono dibattere e che, andando più a fondo coi numeri ad analizzare la questione sui singoli tornei (lo si può fare quando avranno terminato la carriera), si possa tirare fuori del valore spendibile nella direzione di dire che sono tutti e tre grandi giocatori, ognuno con le sue manie e le sue debolezze, ma bisogna inserirli in un sistema valoriale più pulito, senza retorica a fondo perso (anche la questione di Djokovic che a tutti i costi deve allungare sugli Slam è un punto di “debolezza” – non di forza – e, lo colloca in una dinamica primordiale, di dinamiche sociali particolari che lo hanno portato, rispetto agli altri due, in una posizione in cui sente di dover riscattare una certa “povertà sociale” – che deriva da posizioni e dinamiche che si porta dall’infanzia – rispetto agli altri due).
Ultima “domandina” giocosa: Federer attaccando l’altra mano sul rovescio, avrebbe vinto di più? E Djokovic / Nadal staccandola e giocando come lo svizzero? Che te lo dico a fare!
A questo punto del torneo, vai Sinner! Vai! Può già vincere il primo Slam? Difficilissimo, ma non impossibile. Molto difficile. “L’è una bestia Lendovic!” E sotto, Zverev o Medvedev possibili finalisti. Con leggerissimo vantaggio per Medvedev, ma stiamo a 52% vs 48%. Dico Medvedev in 4 o 5 set.
Scempiaggine tecnico tattica di Alcaraz, senza storia alcuna. Si pensava che Zverev potesse dire la sua – non era partita chiusa per nulla -, ma questo Alcaraz parecchio deludente. Zero al quoto.
Penso che, se Djokovic continua a vincere nell’indifferenza generale, un po’ di responsabilità a livello di tattica e anche di tenuta fisica ce l’abbiano i giovani. Ho visto la partita di Sinner con Rublev, ma hanno continuato a giocare male da ambo le parti. Se uno vede ad occhio nudo senza “ideologie”, non c’è tattica in questo tipo di gioco messo in piedi. Zero. E’ finita così, perché Sinner è meno emotivo, ma è stata una partita brutta. In risposta un Sinner poco reattivo, non è in grado di bloccare e rispondere a palline facili . A più riprese cerca di anticipare la risposta invece di bloccare ed esce di metri. Al servizio (60% di prime circa), a tratti, poco incisivo (migliorato nel servire bene quando serve, e questo è un dato di fatto non da poco – dovrà comunque alzare le percentuali con Djokovic). Questi giovani continuano a picchiare tutto piatto come devastati di terza categoria. Rublev ancora di più. Se li si avvicina a Djokovic, sembrerebbe non esserci speranza. Ogni partita però, è una storia a sé. Il paradosso questa volta potrebbe essere portare Djokovic al quinto. Se si rifugiano al quinto qualche colpo potrebbe perderlo. Qui l’età inizia a contare. Si è visto Djokovic nella finale di Wimbledon nel ‘23 perdere di lucidità al quinto. Ma qui siamo a casa sua, anche se, Sinner tecnicamente ha più possibilità qui rispetto a Wimbledon. Essendo che la testa e l’esperienza contano parecchio, Djokovic sembra avere qualcosa in più. Poco più. Però dico che non è del tutto chiusa. Può esserci la sorpresa che arriva nel momento in cui la pressione di gioco diventa alta, l’intensità anche e dentro Djokovic potrebbe rompersi qualcosa. Nel complesso – atletico – psichico e a cascata tecnico – potrebbe non farcela più. Djokovic non è eterno. 55% a 45% a favore di Djokovic.
Se devo fare pronostico dico Djokovic in 4.
A questo punto i miei favoriti per la vittoria finale in ordine: Djokovic, Sinner, Medvedev, Zverev..
Buona continuazione.
Piacentini Gianluca
Postato il 24-1-24 alle ore 18,15.
Ps Il pezzo ha fini (anche) ludici e di disimpegno dalla quotidianità a tratti noiosa, quindi chi legge si rilassi, non tiri a mano l’estetica o altre questioni. Federer piaceva proprio perché era inspiegabile la sua capacità di gioco, avendo un “handicap” così grande, in epoca di tennis già evoluto. Era questo che attraeva molti. Federer è stato il Maradona del tennis con una mano amputata. Una c. di mano legata dietro. La “mano invisibile” di Federer, mal digerita, financo dal fantasma di Adam Smith che aleggia a tratti sui sacri campi di Church Road. Il Re monco, è stato costretto a coprire tutta la parte del rovescio per anni contro i migliori. E quando veniva picchiato li dai più forti (primi 2 o 3), doveva sempre centrare al millesimo la pallina, pena il giocar corto o le steccate (poche) o delle palle mal controllate. Si prenda atto di questo, senza patemi.