Finito Indian Wells. Ha vinto Charlie Bieti Alcarezza. Su un Medvedev stanco. La benzina era già finita con Tiafoe. Infatti c’è stato un momento nel quale pareva fuori controllo il russo, in preda ad attacco di panico. In chiusura di match. Tanto che se avesse perso il secondo, non so come sarebbe finita. Nelle gambe le scorie di tre tornei vinti in precedenza. Medvedev è riuscito in due soli match a far rinascere il serve and volley continuo in uno poco predisposto a quel tipo di gioco, e in una seconda fase, a farsi massacrare di smorzate. Ha bisogno di un po’ di riposo, ora. Pensa di giocare in un lungo sferisterio da pelotari. Alcarezza comunque è una certezza, ormai. Lo si è ripetuto parecchie volte. Da anni.
Su Sinner: Sinner, è migliorato molto sotto tanti punti di vista. Da fondo campo è più incisivo di Alcarezza. Nel punch faccia a faccia coi rimbalzi. Tira anche più forte. In un vecchio pezzo si era scritto che Alcarezza era speciale per la sua bilocazione transumana: detto in parole povere, copre il campo a 360° e ha una naturale propensione a capire meglio e in anticipo la direzione dei colpi (che gli arriva dal movimento di gambe velocissimo). E in questo è una spanna sopra al nostro. Sopra a tutti. Sinner, pur essendo migliorato dal punto di vista fisico, dovrà mettere su ancora qualcosa a livello muscolare e dovrà velocizzare la corsa e gli spostamenti laterali. Alcaraz è completo. Nulla di nuovo. Serve bene e ha un’ottima seconda palla. Per il resto, sui colpi a rimbalzo – specialmente sul rovescio – sollecita il corpo con torsioni del busto infernali (zero eleganza). Ma quello che viene all’occhio subito è la mobilità di Alcarezza. Con quella disponi degli avversari come meglio credi. Puoi tirare con più tranquillità i tuoi colpi e spingere fuori gli avversari per poi giocare facili drop a campo totalmente aperto. Ragazzo ipervitaminizzato che si muove benissimo. Djokovic è esempio di elasticità come Alcaraz. Alcaraz è la versione moderna di Djokovic. Essendo più potente e violento crea situazioni dove non puoi difenderti e ti lascia a tratti senza parole. Ma regna soprattutto in un dominio fisico lo spagnolo. Si era osservato che l’hardware è avanzatissmo, ma mancano ancora pezzi di codice software per farlo girare senza qualche piccolo bug. Poca roba. A volte, però va in overflow. Quando il fisico è molto più potente della media, il resto risulta facile. Anche la visione del campo e della direzione che deve prendere la palla, cambiano. Sinner, di contro, nel match è stato sfortunato. Se vinceva il primo set, qualcosa sarebbe cambiato. Al momento l’altro è numero 1 e lui 11. Evidente sia più forte di Sinner. Lo dicono i risultati sul campo e i tornei vinti. Per Sinner: più volte si è ripetuto – in passato – che quando la prima non entra si deve tirare a ¾ di velocità. Alcaraz è sembrato tutt’altro che tranquillo nel primo set. Ma Sinner ha continuato ad aver timore della risposta, nonostante a un certo punto piovessero gratuiti. Insomma, i due in futuro, saranno più vicini di quello che si possa pensare. Alcarezza è già un giocatore formato fisicamente, con dei buchi se gli metti pressione come nel primo set. Deve migliorare tanto anche lui. Il fatto che a soli 19 anni non sia perfetto, rende la questione inquietante. C’è anche da dire che il tipo di superficie a Indian Wells è la migliore per lo spagnolo. Meno per Sinner. Ma Sinner ha detto che la superficie è uguale per tutti e due. Non trovare mai scuse, è un punto di forza notevole del Sudtirolese.
Alla fine della fiera, Sinner sopperisce al delta fisico con Alcarezza, mettendo in campo un carattere forte e la voglia di stare agganciato – anche se su questo aspetto, a volte, tende a deprimersi. Questo, comunque, fa ben sperare per il futuro. Tempo fa si era scritto che mancava un po’ di killer instinct a Sinner, per buttare nel burrone l’avversario quando è in grosse difficoltà. Non è una cosa che si allena questa, ma può migliorare dal punto di vista della cattiveria agonistica, punto sul quale Alcarezza è già maestro.
Infine un punto che viene all’occhio e la somiglianza con Federer dal punto di vista di un piccolo errore di valutazione del contesto. Sinner, pensa di essere già più forte di molti giocatori, e anche lui quando qualcuno gli si oppone resistenza a volte risulta irrequieto o tende a lasciar andare o avere passaggi a vuoto. Anche con Alcaraz vorrebbe sfondarlo e se non gli riesce del tutto va un po’ in sofferenza. Sono punti che ha messo a fuoco probabilmente, essendo persona con buon senso già a 21 anni. Questo, succede con avversari che ti pongono dei problemi. E sono quasi sempre problemi in un dominio di atletismo. Dove uno non arriva. Federer aveva gravi problemi a sfondare Nadal, così come Sinner ha problemi con Alcaraz. Bisogna trovare chiavi diverse e non mollare. Dopodiché Nadal era molto più forte di Federer sulla terra e li non c’era storia. E al picco di forma era ingiocabile, il maiorchino.
La partita con Alcaraz è stata comunque l’esempio di un tennis che va molto oltre le capacità umane. In un universo finito (il loro), Alcaraz ha frantumato lo spazio-tempo uscendo dalla dimensione visibile, di prepotenza, e depredando la frontiera dove il tutto risulta efficiente. Sinner ha fatto vedere che a livello di potenza sul rimbalzo, la palla viaggia a contatto coi numeri transfiniti in corrispondenza biunivoca. La velocità generata non è di questo universo. Sono due personaggi fuori quota. Tutti e due dovranno limare qualcosa nel carattere (Alcaraz troppo irruento, spreca energie) e Sinner a tratti un po’ troppo tranquillo e poco reattivo. Sinner dovrà migliorare alcuni aspetti: tattici, più decisione nel colpire quando si deve e poi tecnici sul servizio e sul lancio di palla (insieme alle rotazioni da imprimere alla palla). Diciamo che questi problemi glieli creano 2 o 3 giocatori e quindi ha tutto il tempo per capire e ridimensionare la questione. A breve potrebbe salire nei primi 6 o 7 fisso. Da li inizierà una nuova stagione.
Su Berrettini: io le storielle di gossip non le seguo. Berrettini che stacca un po’ e si prende una pausa e gira con belle donne, ci può stare tranquillamente. Fa bene. Il tennis è sport usurante. Ogni tanto c’è il bisogno di evadere. Non vedo nessuna correlazione tra donne e risultati di Berrettini sul campo. Non c’è. I problemi di Berrettini sono altri e si erano sviscerati tanto tempo fa. In primis, di mobilità, per il fisico che deve portarsi dietro; stare fisso nei 10 è una questione anche di mobilità e atletismo (ha un fisico più predisposto di altri ad infortuni). Ha poi qualche problema tecnico. A livelli di 10 non puoi permetterti di giocare solo con due colpi, ma devi pestare con tutto l’arsenale. Potrebbe essere utile parlare con il suo attuale coach e magari affiancare altra persona di grande esperienza che può aiutarli. Anche se il sodalizio tra i due è forte, a volte si possono mettere a fuoco alcune questioni sedimentate da tempo, che magari non sono sviscerate per paura di rovinare un rapporto di amicizia. Parlare quando le cose non vanno bene e la cosa migliore. Poi magari già lo stanno facendo. Berrettini, è grande e responsabile per quello che gli compete. Siano donne o altre questioni. La responsabilità è in capo a lui. Anche verso l’esterno che lo circonda. Sembra un ragazzo tranquillo e moderato. Troverà la quadra per riprogrammare il suo futuro in maniera da essere pronto dove ha più possibilità di fare bene.
A risentirci, Piacentini Gianluca.
Postato il 20-3-23 alle 0re 16,00