Nel pezzo precedente prima dell’ inizio del torneo si era scritto:” Intanto, complimenti a Vavassori e Zeppieri (mentre scrivo ha appena iniziato il terzo italiano al turno decisivo di qualificazioni: Cobolli). Entrare in tabellone qui, è infernale. 3 turni di quali sono pesanti e difficili. Stima per chi si porta il secchio da casa e lo mette giù col sottovaso per contenere il sudore. E’ una salita fottuta e pericolosa quella delle quali a Parigi. Vavassori è maturo e si poteva prevedere che potesse passare. Poi gioca bene a tennis. E’ un panda all’esponente. ‘E’ elevato a Vavassori dà un transfinito. Finally, Vavassori! Bene! Vavassori si è ‘incrapito’ a voler traslare gli anni ‘90 nel ‘23. E per lunghi tratti ce l’ha fatta. Vavassori rende libero lo spirito e aiuta a deambulare i malati cronici. E’ una visione onirica trascendente. Preserviamolo.”
Oggi Vavassori ha compiuto il miracolo su un campo secondario dell’impianto parigino.
Sotto di 2 set e un break nel terzo, Vavassori ribalta la situazione e vince gli ultimi 3 set con un periodico 76. Roba da fantascienza senza scienza.
76 al quinto. Fine. Sui due set a 0 e 4 pari nel terzo ho scritto ad alcuni conoscenti dicendo di prendere Vavassori, perché negli occhi del panda, c’era la forza che rende liberi dalle sciagure. Mio-miao Kec-man è un geometra dopolavorista all’ultimo miglio. Un miglio buio, fatto di corsi di recupero. Tira sulle righe, ma non è mai definitivo nel chiudere la storia. E se c’è storia e c’è precipizio, c’è anche Vavassori. Però, Kec-man è un geometra preciso. 111 posizioni dividevano i due nel ranking mondiale. Autentico miracolo di Vavassori. I coglioni non si vedono, ma ci sono, ed è tutto un gioco di prospettiva. Vavassori non ha mai lasciato, ci ha sempre creduto anche quando era solo, nudo e ‘brasato’ di terriccio sul precipizio; non era lontanamente pensabile risalire. Sono quella giornate di attimi da leggere, quelle che capitano poche volte nella vita e possono dare la svolta a una carriera fatta di precipizi. Però bisogna esserci, essere lucidi e mettere le palle al sole. E Vavassori ha messo in mostra un tennis d’altri tempi a zero proteine. Zero proteine. Più difficile senza proteine. O no? E’ tutto naturale e vale un capitale, questo Vavassori. I disfattisti diranno che ora perderà (le solite baggianate della prova del nove etc…). Ma queste sono quelle giornate che valgono mezzo Roland Garros. Ora, potete spegnere la tv e riaccendere per i quarti di finale. La vittoria di Vavassori, è una storia di attimi dentro gli attimi. Attimi ponderati con dovizia; è una questione aperta su cosa fare del gioco, oggi. Se giocare ancora così o passare ad altri lidi. Vavassori dà una lezione di tennis, di volontà, di tattica e di bellezza a tutti. Tra le pieghe di tanti altri match confusi, noi esteti cerchiamo altri Vavassori. La tv per ora è spenta, se qualcuno da un ameno streaming nota qualcosa di anomalo, ci chiami. Noi siamo pronti a rivivere altre emozioni, come quella che oggi ha portato nelle case una storia da raccontare; anche tra qualche anno. Una storia che Vavassori metterà in cornice e guarderà per ricordarsi che Dio esiste. E per farsi forza nei momenti difficili.
Il punteggio Finale 57 26 76 76 76 (11-9) – 5 ore e 10 minuti.
Buona continuazione, Piacentini Gianluca.
Postato alle 17,00 del 30-5-23