Ci eravamo lasciati con Djokovic evidentemente vincente a Roland Garros. Non era così per i bookmakers. Djokovic osserva questi nuovi modernini e ride ancora un po’, per ora. Li osserva da una prospettiva post-pandemica dove lui è rimasto in disparte. Ha vinto in Australia contro Tsitsipas, l’uomo che avrebbe stimolato l’intuito Lacaniano. Tsitsipas allo stadio dello specchio., in un diaframma neuronale in bilico tra la vita e la morte. Poi a Roland Garros contro lo sparring partner Ruud insieme ad Alcaraz ritirato in semi. Vengon via insieme! Due al prezzo di uno. Se dovesse completare l’opera con Londra e New York, si potrebbe già chiamare il Grande Slam povero. Nel 2023 un over 35 completa il Grande Slam nell’epoca browniana. I giovani, questi giovani, vivono nel mito dei “vecchi” a livello Major: sono sempre infortunati, vivono in bolle intrapsichiche, rilasciano interviste in codice morse. Non hanno nessuna tattica precisa. Tirano a manetta. Con dei team in ambasce! Si conoscono ancora poco come persone. Questo, signori, è l’anno perfetto per Djokovic. Bublik permettendo! Hi Hi😊 Chi avrebbe mai pensato al Grande Slam di Djokovic a 36 anni suonati. Se qualcuno ce lo avesse detto solo 5 anni fa, da quotatori di qualche broker, lo avremmo dato a 50. Ora pare possibile. Difficilissimo, ma possibile.
Possibile, perché non ci sono avversari degni di nota a livello Slam (3 su 5). Sinner su erba? Sembra fuori fase al momento. Bublik su erba? Non ha la tenuta mentale per 2 settimane 3 set su 5. Su cemento Alcaraz e Medvedev, ma sono troppo volatili. Alcaraz meno e potrebbe fermarlo più a NY che a Londra. Se, ad esempio, mettiamo insieme la testa che hanno ora Rune ed Alcaraz, non ne fanno 3/4 di quella di Djokovic oggi. Possono prenderlo sulla potenza polverizzandolo. Più Alcaraz. Va così. E siccome il tennis non è muscolarità fuori controllo, ma la componente mentale è fondamentale, Djokovic può ancora vincere qualcosina. I forzuti hanno fatto danni considerevoli a questo sport.
Difficile, perché la pressione un po’ c’è sempre e, poi, bisogna saper gestire lo stato di forma per altri 3 mesi. E poi è difficile e basta. Non puoi tenere sotto controllo tutte le varibili: dall’alimentazione sempre perfetta, alle ore di sonno, a possibili fastidi fisici e, insomma, tutto deve essere incastrato alla perfezione. Vincere 14 partite 3 su 5 da qui a settembre a 36 anni è molto dura. Gli anni, dopo i 35, nel tennis, passano doppi. Anche se gli avversari sono giovani e inesperti, contenere delle sassaiole che nemmeno negli anni di piombo e, esserci sempre, è comunque un’impresa ardua. E NYC è una piazza stordente, spesso risultata letale anche al G.d.C. Andrei cauto coi pronostici su una questione come il G.S. solare. Una giornata storta può capitare anche a Wimbledon, anche se, Djokovic, ci ha abituato a una gestione maniacale del fuori-dentro dal/al campo. Avevo pronosticato nel 2021 che non lo avrebbe completato – il GS – e, infatti, sentì una pressione bestiale nella finale con Medvedev che adottò anche la tattica giusta: non dare angoli, giocare profondo e servire benissimo. Con la coincidenza perfetta della pressione Slam per Djokovic. Che alla fine pianse. Djokovic che piange non lo avevamo mai visto. Però, l’occasione, sia chiaro, è unica ed è anche l’ultima. C’è il paradosso di alcuni che hanno vissuto l’epopea dei magnifici 3, e ora non si sganciano dal passato. Pur essendo ex tifosi e simpatizzanti di Federer e Nadal, ora pensano al GS di Djokovic in chiave positiva. Perché contrappone al fuoco di Alcaraz, una sorta di chiave tattica e di geometria intelligente, di ritmo spezzato, di personalità, che disinnesca la nuova generazione di picchiatori dell’industria 4.0. Meno pensante, sicuramente. E allora, le persone, rimangono agganciate al passato perché quel pacchetto lo conoscono e li ha divertiti, mentre qui si rischia una deriva anche di infortuni e, il tennis che contempla una componente fisica, al limite, non ci piace. Mi ci metto anche io nella categoria per certi versi. Non del tutto, ma la sensazione è quella. Oggi si tende poi ad etichettare tutto troppo facilmente. Se non evolvi verso il disastro conformandoti alle più grosse amenità, sei un vecchio, un boomer e altre imbecillità da analfabeti funzionali e di ritorno. La Repubblichina bananifera italiona, è ai primi posti come tasso di analfabetismo. Su qualsiasi argomento. Il tennis è solo un gioco, alla fine. Lasciate a ciascuno le sue manie, le sue opinioni e i suoi feticci. Soprattutto sul tennis femminile, i feticci. 😊
Nella foto vedete il braccio destro di Alcaraz e lo stemma della Valle Aurina, una bellissima Valle in Sudtirolo.
Nello stemma si può notare il serpentello bianco che rappresenta il torrente Aurino che spacca la valle in due e che ha delle piene particolari, spesso letali, anche per canoisti esperti. Io conosco bene la valle e anche alcuni laghetti raggiungibili dopo ore di cammino pesante, con pendenze importanti, oltre i 2000 metri. Lago Klaussee e laghetto Maler see a 1 ora di cammino dal rifugio Kasseler Hütte .
Quella sul braccio di Alcaraz è la vena aurina così soprannominata dalla futura nemesi di Alcaraz, quel Sinner che spesso lo ha impensierito. Sinner che riconosce bene la valle di cui scrivo.
La vena in particolari casi di stress emotivo, densità di sangue venoso, pressione arteriosa, stress emotivo e maledizioni degli Elfi della Val di Tures, assume la consistenza e la forma del torrente Aurino sullo stemma. Lo hanno notato in molti, a Roland Garros, contro Djokovic, nel momento dei crampi.
Poi dipende da quale tipo di fucile maneggia Alcaraz: se scende in campo con un M1 Garand (che pesa più di 4,3kg) la vena va in piena più velocemente. Il Garand, classico fucile da giuramenti militari e da parate anni ‘90. Lo si teneva fermo a braccio teso e dopo circa 10 minuti ti cadeva il braccio.
In questi ultimi giorni ho sentito al telefono qualche amico grande appassionato e praticante a livelli di terza/ seconda categoria che, su Sky segue solo il tennis, e dice di non appassionarsi molto alle vicende odierne, perché si gioca troppo veloce, si tira forte e il nuovo numero 1 del mondo non ha grande appeal. Dopo Djokovic si tratterà di trovare avversari degni di nota per Alcaraz. Più di una persona mi ha precisato che se dobbiamo sorbirci un tennis così veloce e brutale, con Alcaraz regnante 10 anni, si romperà le scatole. Mio padre che segue tennis da anni, spera di non dover sopportare troppi anni uno che giocherà a velocità folli spezzando le resistenze altrui. Gli ho detto, sì ma a questi ritmi si spezzano tutti – non solo Alcaraz -, quindi avremo un ospedale itinerante più che un circuito di tennis. Alcaraz, però si spezza meno di Sinner o di altri. Fatto sta che, al di là degli addetti ai lavori che hanno interesse a che lo spagnolo vinca molto, molti intenditori che da anni seguono il tennis con precisione sono già stufi. O quantomeno auspicano qualche resistenza in futuro. Si parla di previsioni future, di ipotesi. Insomma c’è una nicchia a cui non piace come giocano oggi. Beh, nemmeno a me piace Alcaraz e come gioco nemmeno Rune, ma anche il tennis di Sinner è peggiorato per la confusione che provocano i cambiamenti. Intendiamoci sono tre fenomeni di precocità e ognuno ha le sue prerogative. Musetti, Tsitsipas e pochi altri rappresentano un po’ l’aggancio al passato, il tennis più classico. I gesti bianchi. Ma è chiaro che il talento classico è spesso correlato a deficit di tenuta mentale e anche fisica. Il creativo vero, nel tennis, vive in spazi immaginifichi autoreferenziali. Non sempre è così ma, a volte, l’umiltà la introiti con qualche sconfitta pesante. I futuri campioni traggono grande beneficio dalle sconfitte che servono a resettare il disordine e ripartire più forti. Ma come ho detto in passato, per una serie di questioni tra cui anche la società post pandemica che pone stress diversi rispetto alle epoche passate, il fatto di doversi confrontare con mostri sacri del passato e, le aspettative altissime, insieme alla pressione mediatica (social e media – ‘giornalisti’ che ogni due secondi danno la situazione del singolo in real time – folle) superiore al passato, fa si che lo stress salga e si correli a piccoli fastidi continui. Una volta ci giocavano sopra a qualche piccolo dolore, ora sono un po’ troppo delicati anche psicologicamente. Non dimentichiamo che la pandemia ha portato molti – anche conoscenti -a cambiare stile di vita a causa dello stress. E se succede ad imprenditori o gente che lavora 15 ore al giorno con responsabilità enormi, succede che lo stress e, a cascata, gli infortuni piccoli o grossi, capitino anche a dei professionisti del tennis. Vivere in un dominio stressante accende più spesso l’infortunio (se poi si tira così forte e si corre come cavalli a San Siro diventa letale – e poi l’ansia anticipatoria, la paura di farsi male ancora, porta a non essere sereni). Qualcuno azzarda dicendo che ai suoi tempi l’alimentazione era diversa, i metodi di allenamento anche, così come gli attrezzi. Che non ha senso criticare il gioco veloce perché il mondo evolve. Evolve verso un sacco di infortuni? Fatemi capire. Evolve verso due fucilate e pochissima possibilità di difendersi. Poco gioco di attacco. Pochissimo. Qualche ex grande giocatore del passato, ha tirato a mano azioni sull’attrezzo e sulla grandezza del piatto corde per favorire nuove prese della rete. Agire sugli attrezzi, insomma. Ma il discorso è complesso e ci vorrebbe una lunga tesi con verifica di ipotesi.
In queste settimane si è tirato fuori anche il discorso degli MTO (Medical Time Out); ogni due per tre si tira fuori. L’ultimo, quello di Rune ai ‘danni’ di Musetti. Musetti avrebbe perso lo stesso anche senza MTO. Siamo seri. Rune lo ha usato a fini tattici, ha spezzato il ritmo a Musetti che era sopra 4 a 1. Comunque è l’ATP che deve decidere. Decidano. A mio parere lo toglierei. Come nella boxe, se non sei più in grado di competere, ti ritiri. O magari iniziare con una via di mezzo: permetterlo solo alla fine del set. E smantellarlo in un secondo momento. Queste piccole cose, che vanno avanti da anni e danneggiano – in alcuni casi – il gioco, fanno sempre pensar male. E’ logico toglierlo, ma non lo fanno. E fa pensare che non sia solo l’Atp e qualche altro organo, ma proprio il sistema, tutto. Con continue polemiche si parla e si attira l’attenzione intorno al gioco e alla fruizione di contenuti. Meno polemiche e più fatti. E’ la strada.
Cambiando discorso: se ad esempio prendiamo Rune, a mio parere è un cattivo, un guerrafondaio e un provocatore. E’ comunque un carattere. Un carattere, comunque, può essere interessante per ravvivare l’ambiente.
La storia, potrebbe essere quella del famoso film Western di Sergio Leone il buono: Sinner; il brutto: Alcaraz; il cattivo: Rune. Intorno, poi, ci aggiungiamo quelli che han sparato una volta sola, i gambizzati sotto il sole desertico a 50°, quelli che tirano da lontano, di precisione, per poche volte in stagione, quelli che ciflano la mira nei momenti topici e quelli che sparano a salve per attirare l’attenzione, ma sono nemici di se stessi. Una categoria simil Bublikiana che, in chiusura di match nella finale di Halle, ha fatto 3 doppi falli tirando la seconda più forte della prima. Come a dire: “ il sé ideale ci dice che siamo in doccia con la coppa in mano, il sé reale sentenzia che siamo ancora in quel campo pieno di buche”. La scissione neuronale. Grande Bublik! Bublik esiste per darci segnali di sincronia con l’universo tutto. Abbiamo assistito a una roba assurda ad Halle. Battistino che fa a pallate con Rublev senza capirci nulla. Il burocrate qualche giorno prima dell’assalto agli sportelli. Lo spaesamento del burocrate in un palazzo vuoto senza più nulla da tentare. Il dritto marmoreo anomalo di Battista che sfianca i maroni financo al Goat dei Cervelli, che non funge più. Non serve più a nulla. Lo smottamento del viso bianco e impastato di livore Una testa fatta di mattoncini lego che va in mille pezzi contro quel muro improvvisato di RUBLIOV . Nei cambi campo l’incedere ministeriale e quella munizione dell’occhio ceruleo che inqueta di bestia, perché rimane intrappolata in canna. Se non spari più, rischi di venire risucchiato. Giù la testa, Angusto! All’opposto la sicumera di Bublik che mai si era visto con una tal padronanza in tutti i settori del gioco. Siamo tutti commossi. Intorpiditi dalla sorpresa di una settimana da Dio. E’ il quadro di Halle e vale milioni. Per chi lo sa dipingere! Per chi intravede la questione del perché siamo destinati a soffrire. Messa così la questione potrebbe dare vigore nuovo al sistema. Anche perché il modo di giocare dovrà essere ritarato per durare più a lungo. Meglio avere dei caratteri che si scoprono a volte fragili, rispetto a dei cyborg che tirano a manetta sempre più esposti a infortuni. In questa maniera ravvivare l’interesse anche di quella nicchia di appassionati da non lasciare soli. Che sono comunque quelli che spesso se ne intendono di più. Alla fine questa uniformità di superfici insieme alle nuove tecnologie, ha creato questi tennisti che tirano molto forte da fondo e solo in sicurezza estrema scendono attaccando la rete. Di Alcaraz ne riconosco il discreto talento, più dal lato della mobilità. Un talento di mobilità. Un talento fisico. Con una grossa potenza di fuoco nel braccio. Una mano buona. Ma che balza all’occhio è la copertura del campo totale e la potenza che genera anche su palle non tirabili. E’ l’unabomber dell’ATP. Piazza ordigni esplosivi improvvisati e, a volte, si fa male da solo perché non fa a tempo a scappare. 😊Detto però in parole povere e cercando di intercettare i sentimenti di quelli a cui non piace Alcaraz, credo che sia in generale l’impostazione del giocatore. Cioè il tirare forte due o tre volte con violenza inaudita e quindi avere in mano il gioco in pochi colpi. Questo preclude all’avversario le discese a rete, il giocare il rovescio a una mano e la possibilità di mantenere profondità. Sei all’angolo in balia e non trovi risorse a cui attingere. Insomma, quelli come Alcaraz, uccidono quel poco di gioco classico rimasto. Piallano gli ultimi tecnicismi rimasti. Lo contrasta Sinner che tira delle martellate piatte a qualche km/h in più, per via dell’anticipo da appoggio talentuoso che genera una fionda. Ma poi si fa male. Se per contrastarlo rischi di farti male, bisogna trovare una soluzione. Questo è matematico. Ecco uno dei motivi per cui a me – e a molti altri – non piace. E poi, la sensazione di una costruzione maniacale del fisico da portare quasi al limite della sopportazione. Ma credo che, alla fine, saremo testimoni di micro epoche oggi, con ricambi nel giro di 7-8 anni. Io seguirò sempre meno i tornei e mi improvviserò a scrivere di qualche storia a lieto fine. Tipo un Paire che fa il botto, un Musetti che vince qualcosa di grosso, uno Tsitsipas che aliena i fantasmi, un Bublik che entra nei 10 o una storia come quella di Vavassori al quale auguro vittorie a manetta negli Slam in Doppio. E qualche scalpo importante in singolo.
Su Sinner: Sinner ha solo 21 anni ed è numero 8 al mondo. Quando mai avete visto una cosa così? Il vociferare sui social e da parte dei media è deleterio. Sinner, si diceva, ha cantierizzato alcuni cambiamenti e così come Nadal o Djokovic o altri, i risultati si vedranno nel lungo periodo. Anni. Non è che cambi e impari a giocare bene a rete in 6 mesi. La cosa importante da dire è che il tennis di Sinner (ci è andato già vicino 2 volte) visto negli anni scorsi, basta già così com’è per vincere degli Slam. E’ più una questione mentale, di confusione ora. Di rigidità anche dei team. Devo avere quel colpo perfetto per vincere quel torneo importante! In realtà i primi Slam dei campioni del passato sono arrivati, fuori da qualsiasi schema di perfezione maniacale. Sinner si scrolli di dosso tutto l’apparato mediatico e anche il team si scrolli di dosso le pressioni e inizino a divertirsi tirando 4 randellate e non dimenticando di migliorare in corso d’opera. Più una limatura che uno stravolgimento. Tutto qui. Oggi si vince tirando forte, quindi via così seguendo l’ondata anomala! Lui lo sa fare, si tratta di farlo nella maniera ideale a sconvolgere altri tiratori. Magari migliorare il servizio e più che altro gli angoli. Intanto, se si arriva a vincere un 1000, si acquista fiducia e si cresce, innestando cose piccole che diventeranno bagaglio tecnico negli anni. E se si vince, si gioca anche più leggeri. E’ tutto un fake problema. Ma poi sembra un processo a uno di 21 anni 8 al mondo. Con che tipo di follia abbiamo a che fare. Io poi devo dire che non sono appassionato a questioni di coach (anche più di uno mi pare uno spreco di energia in tutti i sensi). Nel senso che, per campioni del calibro di Sinner, serve più una persona dalla forte personalità che sia amico e dia pochi consigli ma mirati. Tipo uno o due massimo (Becker, Edberg, Ljubicic, uno dei primi 5). Non persone che intervistate da giornalisti, spiegano che cosa stanno facendo dove stanno migliorando etc. Sembra la cartella clinica di un paziente moribondo che deve rifarsi la cera da capo. Anche il team deve avere personalità per tenere la barra dritta una volta arrivati nei primi 10, altrimenti si sfocia in dinamiche provinciali e si patisce. Anche al coach vengono le pressioni. Non va così. Musetti ha invece un solo coach che è la sua famiglia quasi, e per me è meglio così. Berrettini idem e anche Sonego. Hanno fatto un percorso di crescita insieme, da sempre, e non ci saranno mai cali di fiducia all’interno di quella dinamica. A 21 anni , Musetti, è un fenomeno, e sta già nei 15. Crescerà. E gioca benissimo su erba. E’ uno da tenere in considerazione qui sopra.
E’ appena uscito il tabellone dei Championships 2023.
Questi sono i miei favoriti in ordine (tra parentesi la testa di serie): 1) Djokovic [2]; 2) Alcaraz[1]; 3) Sinner [8]; 4) Rune[6]; 5) Kyrgios [30]; 6) Medvedev[3] ; 7) Hurkacz[17], Musetti[14], Bublik[23] alla pari; 10) Shapovalov[26], Zverev[19], Berrettini alla pari; 13) Korda[22], Fritz[9], Rublev[4], Shelton[32] alla pari. Kyrgios e Berrettini andrebbero asteriscati non conoscendo bene le condizioni.
Parte alta del tabellone: al terzo turno possibile Alcaraz [1]contro uno tra Kuebler o Jarry[25] Alcaraz ancora un po’ di attenzione a Rinderknech in un probabile secondo turno. Giocatore che i primi giorni col tipo di erba che c’è, può comunque dare qualche fastidio. Serve bene, toglie ritmo, gioca profondo.
Più in basso un derby fra italiani con il mistero di Berrettini. Insondabile la questione. Berrettini non ha quasi mai giocato in questi mesi. Difficile uscire da quello spot. Possibile Zverev vs De Minaur al terzo turno.
Tiafoe vs Dimitrov al terzo turno appena sotto. Seguo da una vita Dimitrov e non sono ancor riuscito a capire cosa ci sia sotto. Peccato davvero essersi trascinato nei fantasmi per una vita intera. Mah.
Poi Davidovich Fokina vs Rune probabili sfidanti al terzo. Occhio a Fils al primo turno. Rune manca un po’ di timing su erba, anche se migliora di sicuro.
Appena sotto l’altro insondabile Medvedev. Che potrebbe soffrire già con Mannarino che ha i tagli per rompere gli zebedei al russo umorale. Fuscsovics vs Medvedev dovrebbe starci al terzo turno.
Questo spot qui con Cerundolo, insondabile. Lehecka potrebbe arrivare al terzo con Paul.
E subito sotto Norrie Vs Korda al terzo con un occhio di riguardo a Medjedovic, cicco bombo cannoniere. Un braccio buono sull’erbetta bella fresca. Proviene dalle qualificazioni, ma è bravo.
Shelton e uno tra Murray e Tsitsipas al terzo completano la parte alta. Murro va sempre tenuto in considerazione a casa sua; anche il randellatore americano Benny Shelton può far male se scende col piede giusto.
Parte bassa del tabellone:
Sinner dovrebbe arrivare al terzo turno contro Evans. Vukic(?)
Fritz vs Otte o Nishioka al terzo, appena sotto. E appena sotto Bonzi o Coric vs Bautista Agut.
Poi, abbiamo Shapovalov vs Ruud. Che potrebbe già saltare. Uno per poca adattabilità alla superficie e l’altro per una giornata di pazzia.
Rublev vs Kyrgios appena sotto. Kyrgios pare sovrappeso ed è una mina vagante per sé stesso quest’anno. (Aggiornamento del 3-7-23 alle 9,20. Ecco che Kyrgios si ritira per problemi al polso. Era nell’aria. Quindi probabile un Rublev vs Goffin al terzo turno).
Bublik, altro che non è sondabile, arriva però da un’ iniezione di fiducia avendo vinto Halle con anche le buche. Può perdere subito, ma anche farci sognare con i suoi giochetti da circo.
Bublik vs Auger Aliassime ma attenzione a Krajinovic che qui sopra gioca benino. (aggiornamento del 3-7-23 alle 9,20, Krajinovic ritirato per problemi di natura fisica).
Musetti, ci ha fatto vedere cose pazzesche in esibizione. Lo vogliamo vedere on-fire quando conta. Attenzione a John Candi. Ha 38 anni e su 5 set però diventa dura. Quindi Musetti vs Hurkacz al terzo.
Sotto Djokovic vs Ruusuvuori al terzo. Parte alta con meno specialisti e meno mine vaganti rispetto alla parte bassa. Djokovic dovrà sudare di più per arrivare in finale.
Tabellone che può produrre qualche sorpresa, perché la vita ne riserva sempre.
Alcaraz, buono, ma su erba da rivedere. Attendiamo l’esplosione di qualche italiano o la sorpresa grossa. Djokovic parte da testa di serie numero 2. Per alcuni il computer che sputa fuori le classifiche, ha la scheda madre in fumo. Djokovic, doveva arrivare qui da numero 1 avendo vinto i primi due Slam del 2023. Alcaraz è numero uno in virtù del fatto che ha giocato con più continuità incamerando più punti dai tornei minori. E’ giusto sia lui numero 1 del mondo. Si premia la continuità nei 1000 e in altri tornei e anche il piazzamento slam rispetto a vincere anche due Slam. Questo è naturale, Djokovic spende solo lì ormai.
Ci aggiorniamo dal terzo turno.
Buona continuazione.
Piacentini Gianluca.
Postato il 30-6-23 alle ore 17,00.
Aggiornamento 7/7/23 ore 10,50:
Il 30-6-23 si era scritto: questi sono i miei favoriti in ordine (tra parentesi la testa di serie): 1) Djokovic [2]; 2) Alcaraz[1]; 3) Sinner [8]; 4) Rune[6]; 5) Kyrgios [30]; 6) Medvedev[3] ; 7) Hurkacz[17], Musetti[14], Bublik[23] alla pari; 10) Shapovalov[26], Zverev[19], Berrettini alla pari; 13) Korda[22], Fritz[9], Rublev[4], Shelton[32] alla pari. Kyrgios e Berrettini andrebbero asteriscati non conoscendo bene le condizioni.
Nella parte bassa – tra parentesi la posizione da favorito del torneo, prima dell’inizio del torneo – sono ancora lì: Djokovic (1), Sinner(3), Hurkacz (7), Musetti (8), Bublik(9), Shapovalov(10), Rublev(15).
Vediamo di fare un pronostico veloce di cosa succede nella parte bassa in questo terzo turno:
Sinner J vs Halys Q. Vincente Sinner ma non sarà agevole.
Galan Daniel vs Ymer Mikael, Ymer vincente.
Pella Guido vs Safiullin Roman detto anche Fiulin , Vincente Safiullin.
Shapovalov D. Vs Broady L. (tocchiamoci), Dico Shapovalov.
Goffin D. vs Rublev A, dico Rublev.
Bublik A. vs Marterer M, (tocchiamoci) dico Bublik. A tratti celestiale la partita con McDonald al primo turno. Colpi fuori dai manuali del tennis.
Musetti L vs Hurkacz H., dico Hurkacz , ma attenzione a Musetti, un po’ insicuro a tratti con Munar, qui non ha nulla da perdere e si pensa possa giocare sciolto. Se gioca sciolto può anche tirarla dalla sua parte.
Djokovic N. vs Wawrinka S. Dico Djokovic.
Tranne i match di Sinner, Bublik, Djokovic, Rublev, Shapovalov dove dovrebbe esserci più certezza del risultato (certezza con Bublik, Shapovalov, è tutto un programma) le altre sono potenzialmente più aperte. Poi non c’è nulla di certo come sempre.
Programma tutto sfasato dalla pioggia, anche i giocatori sono mezzi sfasati.
Ci aggiorniamo domani coi pronostici del terzo turno parte alta e altre storie.
Buona continuazione.
Piacentini Gianluca.