A Indian Wells, sono pronti. Si parte.
Scorrendo il tabellone dall’alto in basso nell’ultimo spicchio della parte alta, la parte di Djokovic, ci portebbe essere un secondo turno Musetti vs Shapovalov. Questa è la partita! Botic van de Zandschulp permettendo. Probabile non permetta. Qualsiasi cosa succeda in una possibile sfida tra i due, non potremo più essere gli stessi.
Quelli che tempo fa circoscrissi nella categoria perdenti di lusso, potrebbero trovarsi di fronte in una sfida classica, un classico d’altri tempi. Musetti e la sua camminata felpata, di chi entra in locali notturni e poggia dei ghelli sopra a un piano chiedendo che si suoni ancor. Quella di Shapo, è più da vellutino rosso, da mostra del cinema, da passerella di moda. Lo scenario completo è un bel quadro, tutto il resto del torneo è cornice. Tarlata. A proposito di quadri, mi viene alla mente un mezzo matto che faceva le televendite su quei canali del digitale che devi risintonizzare spesso . Vanno e vengono come i due contendenti. Faceva più o meno così: “Musetti è una primavera sull’altopiano. Uno scorcio di primavera accennato! 185 di altezza, la base non pervenuta. Pezzo unico. Opera staordinaria nella campitura di colza con ortensie. Un aggancio col naif. Nel segno della primavera. C’è la prelazione. Di questa bellezza di questa qualità, amici! Artista di Massa per eccellenza(Diceva massa per davvero!). Tantissimi concorsi nella più bella selezione. Opera realizzata dal vero. Spettacolarità nella giosità coloristica. Nella sua magnificenza più straordinaria. Vien via insieme a Bueno(cit)”.
L’aria che tira potrebbe essere quella della vigilia di pugilato tra Hearns (Il cobra) vs Duran (Mano di pietra). 1984, Las Vegas. 2 Round. Commento originale di Tommasi :” ohhhh, incredibile, un destro a bersaglio fermo, crolla riverso al tappeto faccia in avanti, Roberto Duran! Un destro di inaudita potenza si è abbattuto su Duran…”. Questi però accarezzano, mentre gli altri due pestavano diretti frontali. Ma l’interesse per l’evento è lo stesso.
Questi due giocatori sono ingovernabili. Tutto ciò che è utopia, idea, ideale può sì, governarli. Tutto il resto è noia. Spiritualità, emozioni, paradisi artificiali, follia e illusioni. Questo sono e questo resteranno. Limi qualcosa, sì, ma ti ritrovi spesso in balia delle onde. Mare che, appunto, fa bestemmiare. Musetti sale dalle profondità marine. Com’è difficile recintare il mare? Il regno di Poseidone rappresenta il regno delle emozioni e dell’istinto primordiale, la zona pre-conscia della nostra psiche. La genialità. Regno tanto bello ed affascinante quanto tendenzialmente maniacale e torbido.
Tendenzialmente, questi tipi, giocano più per il pubblico che per sé stessi, in scenari da cineteca. C’è una certa dose di masochismo, che tiene botta, più in Musetti che nell’altro. Musetti è in connessione con le profondità marine, un sommozzatore dell’anima proteso verso gli altri più che su sé stesso. Proteso sicuramente verso chi gli sta attorno, fatica a capire il caos calmo che ha dentro. Un navigatore solitario in mezzo a un mare di emozioni. Perciò dovrà cercare di tenersi insieme in futuro. Questo è l’obiettivo per rimanere ad alti livelli. L’altro è proprio in default neuronale, non sapendo nemmeno se si trova dove si trova (infatti sarà molto dura superare l’olandese B.V.D.Z). Inseguono sogni sfuggenti e chimere al gusto che non c’è. Entrambi. La bestemmia in Musetti, è più un atto di difesa e di ricerca d’aiuto per l’impotenza terrena, che una blasfemia contro il Signore. Lo scenario è quello di un film. Non manca nulla. Godetevela (se Shapo ci arriva), perché un incrocio di due rovesci monomani e di finezze tecniche come questo, sarà sempre più raro, sempreché non cambi qualche cosa. E’ auspicabile.
Postato il 5-3-24 alle ore 18,00
Piacentini Gianluca.