Eccoci arrivati alla finale. Medvedev pronosticato vincente di poco 52% su 48%, infatti finisce per vincere al quinto. Risalendo l’inferno da 2 set sotto. (76 76 il terzo e quarto). Avevo dato vincente Djokovic (3-1) specificando che la questione non era però così chiusa. E il quinto sarebbe stato problematico per Djokovic. Come a dire: se vince, lo deve fare in meno di 4 set. 55% Djokovic e 45% Sinner. Sinner ce l’ha fatta. Bene. Bravo in primis a lui e bravi quelli del suo team. Vagnozzi e Cahill, due persone moderate e intelligenti.
Chi legge qui, da tempo, potrebbe dire che dopo la sconfitta sanguinosa con Zverev in agosto 2023, si era scritto che Sinner doveva pensare a un cambiamento. Sì, certo. Qualcuno, esagerando, aveva tirato fuori gli Imperi storici, paragonando chi aveva nominato Becker a Brenno. 😊 Io da ormai molti anni non polemizzo più con nessuno. Chi ha tirato a mano la storia è, da me, reputato una persona intelligente e grande conoscitore del tennis. Forse un po’ sanguigno, visto la provenienza. Ma ci sta. Aggiungo: uno dei pochi che capisce il senso di un pezzo come quello che ho scritto ieri. Dico solo che se una persona come Vagnozzi legge, sicuramente, essendo intelligente, trae spunto per migliorarsi capendo che chi scrive ha l’intento di pungolare il movimento per migliorare; è una sorta di provocazione per fare ulteriori step in avanti. Dire che va sempre tutto bene, significa non stimolare dibattiti e questioni. E’ un po’ uno dei problemi di questo sistema. Chiusa qui.
Perché dare vincente Djokovic a 37 anni suonati? Beh, nel 2023 arriva dall’aver vinto ¾ di Slam, perdendo solo da Alcaraz a Wimbledon, ma in finale e al quinto. C’è un altro ragionamento che sfugge e cioè, il pensare che questo sia un vero e proprio punto di discontinuità, tra l’apice della carriera di Djokovic e una inesorabile discesa. Djokovic, riuscirà ancora a imporsi a livello Slam? Si trattava solo di capire quando arrivava la frontiera non più efficiente. Non era proprio agile. Quella sugli Slam è una domanda a cui non abbiamo risposta per ora. Si vedrà. Si era detto nel pezzo precedente, che a un certo punto della vicenda con Sinner, Djokovic poteva rompersi dentro e non avere più difese. Nei primi due set è stato preso a pallate. Si è chiusa in 4 e si è visto che al quinto avrebbe probabilmente faticato lui. Come da previsione.
Molte cose sono in divenire e non hanno risposta. Nella foto si trova una mia giocata, rara, fatta il 20 gennaio ‘24 prima degli ottavi di finale di Sinner con Khachanov. La quota fa schifo “solo” 4,50 (Sinner vincente del torneo – 20 euro per tirarne 90), mentre on line si trovavano anche siti che andavano da 8,50 a 12. Non possedendo conti on line una volta all’anno gioco così. Questa scommessa (rara), l’ho piazzata come porta fortuna a favore di Sinner. Me lo sentivo già dopo i primi 3 match che poteva fare bene. Attenzione, non vincere. Ora c’è altro match!
A proposito di scommesse, posto una cosa scritta durante una vacanza estiva in agosto 2023: “
La stagione estiva è contemplativa, serve anche a tirare qualche somma cercando di decifrare quello che ci porterà il tempo che passa. Tipici i tempi morti, il sole stordente, a picco, gli insetti che si fanno più aggressivi nel massimo assoluto della calura, i suoni particolari della collina al di qua del mare, che vanno a spegnersi sulla battigia, confondendosi con le piccole onde. Scendendo giù verso il mare, una mattina presto, mi infilo in un punto scommesse. Voglio fare esperimento, prima provando a giocare una o due volte sotto i 6 match. Deciso: mi fermo alla seconda schedina, se non vinco nulla. Gioco la prima schedina con dentro tre match di Toronto e due di Montreal più un doppio maschile. Multipla da 6. Vinco subito 70 euro. Questo è il mio tesoretto diviso in 5 o 10 euro: giocherò dalle 9 alle 13 partite ogni mattina. A questo punto voglio iniziare a segnalare 3 schedine: due da 9 match e una da 11. Sono schedine che come moltiplicatore, anche con 5 -10 euro, fanno vincere delle belle cifre sopra i 400 euro. Ma non è questo il punto. Io conosco molto bene la teoria della probabilità e so che sopra una certa soglia, diventa quasi impossibile realizzare. Giocando in questo modo, di più. La prima partita saltata (su 8 già prese) è un match di Cary in Usa, nel Challenger su cemento. I contendenti sono Hong Seong-Chan e Alexander Shevchenko. Il primo è 206 al mondo, ex 3 del mondo Juniores nel 2015 (Finale Junior Australian Open persa con Safiullin): un regolarista leggero dalla buona difesa, nulla di più. Shevchenko è 93. Le quote sono 1.35 per Shevchenko e intorno ai 2.80 per Hong. Partita quasi scontata, credo un primo turno. Essendo che mancava solo quel match per realizzare una vincita discreta, più di 40 volte la posta e, non avendo nulla da fare, dopo la mezzanotte l’ho seguita attraverso uno streaming dal telefono. Streaming che spesso si affossava e mi toccava resettare la pagina. Beh, per farla breve il russo è andato avanti 63 31 palla del 4 a 1. Il russo indossava dei bermuda da spiaggia che lo facevano sembrare un turista da villaggio, che tira 4 colpi non percentuali. Una camminata a piedi piatti e l’agitazione psicomotoria continua. Un viso da frescone sotto l’effetto di 3 xanax. In realtà – a parte gli scherzi – il russo non può perdere un match così. Per la differenza tecnica e la velocità di palla. Per pezzi di match, si nota una modalità strana di fare. Una certa fretta nel servire e nel tirare senza una logica precisa. Di più, manca logica, quando il giocatore si trova avanti 3 a 1 nel secondo e palla del 4 a 1 e poi, ancora 3 a 1 nel terzo e ancora 5 a 4 nel terzo e servizio – 30-15 a 2 punti dal match. Qui, Shevchenko si fa recuperare velocemente per due volte. Si guarda attorno distratto. E continua a far finta di non capire nulla di quello che accade. Qualche sacramento da teatrante e la partita portata alla lotteria del tie break nel terzo. Puntualmente saltata. Il mio è un gioco sperimentale, perciò non vado di certo a minacciare il clan del russo sul suo profilo social per aver perso una schedina:-). Davvero, oggi, c’è gente che minaccia i giocatori se gli fanno saltare delle scommesse. Siamo ormai alla follia. Non voglio approfondire troppo il match del russo, ma è uno di quei match molto strani. Si capisce anche dal fatto che qualche giorno dopo, il surfista in bermuda, fa sudare Sonego – che non è Hong King Kong – fino al terzo set. Va così. La seconda partita da analizzare è in una schedina da 11 partite con 45 volte la posta, dove si palesa l’unico errore di Andrea Pellegrino vs Moez Echargui. Un primo turno anche qui. Pellegrino un terraiolo numero 221 atp tds 5 e l’altro oltre il 300. Qui è l’inverso rispetto alla prima schedina dove il russo tiene la testa avanti per 1 set e mezzo e poi va ancora avanti nel terzo per 2 volte di un break. Qui Pellegrino, si rifiuta di giocare, non gioca. Ciondola per il campo come se avesse la febbre o non fosse lì. Non pervenuto. Ci si chiede come sia possibile per un professionista fare quella fine. 63 61 in poco più di 1 ora. Era malato? Non aveva voglia? Sentiva caldo? Aveva fatto le ore piccole? Per pochi euro meglio lasciar stare? Perché il problema del circuito minore è anche quello. Ripeto, per me era un gioco sin dall’inizio e sapevo di andare a giocare un tipo di schedina con basse probabilità di realizzo. Sto però puntando la visuale sul fatto che le tre partite saltate rilevano tutte e tre delle “stranezze”. In un verso o nell’altro. Va bene così, è un gioco. La terza partita era un doppio femminile a Cincinnati. Barbora Krejcikova e Katerina-Siniakova n°2 del mondo è tds n°1 contro Chan e Omos che sono oltre la 20 esima posizione. Le due Krejcikova e Siniakova hanno 7 slam in bacheca, 1 master e l’oro olimpico 😊. Alcuni broker le davano a 1.15 contro 4.40 per Chan -Olmos. Anche qui finisce 63 64 per Olmos Chan, senza alcuna resistenza. Qui siamo ai quarti di un mille Atp, non nelle secche dei Challenger. Continui lanci di palla sballati per un po’ di vento, errori fuori luogo, dritti fuori di 4 metri e lo scazzo più globale. Passiamo oltre, focalizzandoci sull’ingresso della sala giochi dalla strada: è un lungo tunnel che pare quello del Ceasar Palace, dove esci per farti prendere a calci da Tyson. 99.9 volte su 100 esci con le ali basse. La gente entra in infradito o ciabatte, tante unghie incarnite e visi incarogniti; alcuni hanno alcune pensate già scribacchiate nero su bianco su dei pizzini. Molti sono decisi a bestia. Oggi combatto per il pane. Oggi non mollo, mi gioco tutto. Oggi, la 56 rata del mutuo, sarà coperta a costo di uscire da qui dopo mezzanotte. Le luci soffuse come in uno scantinato dove si combatte e si scommette sui galli. 😊 C’è un tavolo con dei taccuini per mettere giù un sistema con due pensate, prima di inserirle a macchina e degli schermi touch per scommettere diretto. Ti sputano la schedina già finita e pronta per saltare 😊. Le quote spesso sono date male, per mischiare le carte e portarti fuori strada anche se sei ferrato. Moltissime quote a 1.20 vs 4.50 saltate a favore del 4.50 e, qui, ci sarebbe da scrivere una tesi, ma lasciamo stare. In questo settore non puoi mai esserlo del tutto, ferrato. Credo, sia, a tratti, preparata bene la storia. Chi ha il coltello dalla parte del manico? Dentro trovi della gente che fa una strisciata con tipo 40 partite di calcio e 3600 euro di vincita con 2 euro puntati. Probabilmente sono disperati e questo non è il modo di risolvere la questione. C’è quello che gira compulsivamente per la stanza con lo sguardo perso e ogni tre per due guarda uno schermo con un match virtuale (finto) e continua a giocarci live a botte di 2 euro in moneta. Poi perde e passa al videopoker. Poi si mette a ragionare al tavolo e picchia una schedina di 60 partite con 0.00001 di probabilità di realizzo. Spesso vogliono realizzare live per avere soldi subito. Zero pazienza. C’è poi il tecnico che entra con 4 giornali di attualità. Inizia a stillare perle di saggezza per tutti. Pare immanente, ha un fazzoletto che spunta dalla giacchetta, che dà un tocco di eleganza al contesto. Guarda la tv e commenta delle notizie economiche parlando di inflazione e domanda aggregata. Sembra un gesuita della scuola di Salamanca, in mezzo a 100 keynesiani. O un monetarista che dà lezioni a casa di Menger. La mosca bianca! Non si gioca così! No guarda che io sono uno che vince 90 su 100, qui è la mia seconda casa. Lo ha detto per davvero! Ci sono poi quelli che stanno davanti al video per 30 minuti come se ci fosse da pensare con logica ferrea. Prendono il touch screen diviso in due, dove si può scorporare la parte dello stato di forma, gli ultimi match impilati, i testa a testa e altre informazioni. Ragiona e prende appunti. Poi va via, guarda 2 corse di cavalli a video e, ritorna dopo aver macinato un ragionamento. Prova a inserire la schedina. È fiero. Gli occhi brillano. Si sente un esperto. Gioca 4 o 5 schedine da 4 -5 euro ognuna. Quindi spende. Non gioca live, ma torna il giorno dopo per ‘incassare’. Quindi 99,9 su 100 non ritorna. Ci sono, poi, molti stranieri che tentano la fortuna a suon di 1 o 2 euro con schede da 50 match. Poi ci sono quelli che hanno preso già tante mazzate e li vedi che scroccano per 40-50 minuti la tv di sky. O leggono 10 giornali. Buttando l’occhio sui cani virtuali 😊 Io ho solo voluto fare un piccolo reportage veloce per cercare di spiegare come funziona. Fuori la vita, dentro la morte. Non esorto a non giocare, ma magari farlo con ragione, giusto per divertirsi. Purtroppo non tutti sanno fermarsi. Io dei 70 euro vinti, me ne sono messi in tasca 10, gli altri 60 me li sono rigiocati. Perdendo. Seppur sempre per 1 o 2 partite. 3 volte per 1 partita (su 9 – 9 -11 giocate totali). 2 volte per 2 partite su 13. Una volta per 1 su 8. È probabile che se fossi stato sotto la soglia delle 6 partite – sempre – avrei portato a casa magari altri 70- 80 euro per una o due volte. Non è detto. Devi filtrare i match che saltano. Ma volevo mettermi alla prova sopra le 9 fino alle 13, per capire un po’ la soglia oltre la quale non vinci quasi mai. Se giocassi come un giocatore che soffre di disturbo da gioco d’azzardo, è probabile che sotto le 6 non ci andrei, perché si guadagna poco, ma rilancerei per guadagnare sempre di più finendo nelle secche dei debiti. O per recuperare debiti pregressi. Lo spaccato che si è intravisto li dentro è quello di una società ebefrenica decadente che tenta la svolta senza logica. O è disperata. Non di certo si tratta del piccolo borghese in smart working che ha il conto on line e gioca live con toccare e fughe veloci tra una lettura filosofica e del tempo da perdere. Va così.”
Bene. Possiamo concentrarci sull’ultimo match rimasto. In un pezzo del 2018 intorno alle Atp Finals “intitolato impressioni di fine anno” o, una cosa così, scrissi che Sinner avrebbe vinto il suo primo Slam entro la fine del 2023. Siamo agli inizi del 2024. Circa 2 mesi fa aggiunsi che non sapevo quando, ma sarebbe arrivato numero 1 e avrebbe vinto uno o più Slam.
La finale di domenica, attenzione, non è così scontata. Do favorito Sinner (70% vs 30%), ma potrebbe prendere una piega che la gente non si aspetta. Io dico Sinner 3 a 1 (dentro anche un tie break). Ma attenzione, perché l’altro non è disposto ad arretrare di un millimetro. E’ pericoloso, soprattutto per il fatto che risale da situazioni complesse e sotto di 2 set, e lo fa per più volte nel corso dello stesso torneo. Quindi, la questione va presa con molta pazienza e umiltà. Doti che non mancano a Sinner. Momento storico per il tennis italiano. 3 Italiani in finale, con Sinner destinato a diventare il più forte giocatore di tennis della storia Italiana.
Quindi, auguri campione!
E buon tennis a tutti.
Piacentini Gianluca.
Postato il 26/1/24 alle 18,30.
ps Un grande applauso va anche a Bolelli (tecnico del rovescio a una mano) e Vavassori (anche lui). Sono in finale nel doppio. Grande Vava. Il viso umile di chi può fare strada, soprattutto nel doppio.
Commento post match:
Bravo Sinner e bravi tutti!
Un match che ricorda altra impresa, quella di Fabio Fognini al terzo turno dei US OPEN 2015 contro Rafa Nadal.
Il punteggio quasi sovrapponibile. 3-6, 4-6, 6-4, 6-3, 6-4 Fognini.
3-6 3-6 6-4 6-4 6-3 Sinner. Sono 48 Game totali quelli di Fognini e 47 quelli di Sinner.
48 gli anni che separano la vittoria di Sinner da quella di Panatta a Parigi nel 1976.
Tutti e due risalgono da due set sotto.
Fognini è stato l’unico a livello Slam a rimontare da due set sotto con Nadal. Successe solo in quel match.
Federer recuperò Nadal da 2 set sotto, il 3-4-2005, in finale a Miami, ma non era uno Slam. Era un 1000.
La somma dei game del perdente nella finale di Sinner fa 17. Un numero particolare.
Quella volta con Nadal, da due set sotto, Fabio recuperò un break e dal 3-3 nel terzo iniziò a sparare fucilate non ricevibili. Nadal, quella volta, più volte, disse al suo angolo: “non ricevo il segnale, sono al buio”. 70 vincenti nel match e 72% di discese a rete andate a buon fine. Fognini parlando con un giornalista disse poi che Nadal non devi batterlo, ma abbatterlo.
Sinner ha rischiato nel quarto set sul 3-3 . Ha annullato una palla break.
Due caratteri completamente diversi, quelli di Fognini e Sinner.
Io da sempre ripeto che Fabio avrebbe potuto traslare quel terzo turno agli US OPEN in una finale Slam. Ci stava.
Quando ci sono dei talenti tecnici inspiegabili attraverso manuali stampati, c’è sempre di mezzo anche un bel po’ di follia.
Quasi sempre la maledizione di dover scendere a compromessi con la parte faticosa della vicenda, è devastante per i talenti fuori quota. Ma Fabio lo si può assolvere, nel senso che era un normotipo in mezzo a giganti.
Sinner è l’opposto. La meticolosità a là Lendl (solo la meticolosità, perché ha l’animo più da vincente Sinner – Anche se non è detto che poi vinca di più), il progetto sul lungo, il lavoro di squadra dove il giocatore si rende malleabile. E’ una spugna Sinner.
Divertiva di più Fabio quando era in vena. E’ probabile che di rimpianti non ne abbia Fognini, sono sempre quelli dall’altra parte della storia che vorrebbero tirare per la giacchetta il giocatore. Sbagliando. Per vincere tanto la freddezza e il distacco dal sé ideale è fondamentale.
La chiave è vivere nel qui e ora rispetto al guardarsi alle spalle o cercar di mettere a fuoco un orizzonte lontano e poco decifrabile. Imparare questo, fa tutta la differenza di questo mondo.